Michael Jordan, la vita by Roland Lazenby

Michael Jordan, la vita by Roland Lazenby

autore:Roland Lazenby
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Roland Lazenby, basket, Nba, Michael Jordan, Vite inattese, sport, Chicago Bulls
editore: 66THAND2ND
pubblicato: 2015-06-21T16:00:00+00:00


22. Volare via

Jordan partecipò all’ennesima cerimonia di ringraziamento alla Laney High nell’estate del 1988. Durante una pausa sgattaiolò fuori per prendere una boccata d’aria: Dick Neher, il suo vecchio allenatore della Babe Ruth, si avvicinò di soppiatto alle sue spalle, gli afferrò l’elastico delle mutande e lo tirò con forza verso l’alto, eseguendo uno «sparticulo» da manuale che solo un ex marine può apprezzare appieno. (Sarebbe stato lo spot perfetto per Hanes, il suo sponsor di biancheria intima). Sbalordito e arrabbiato, Jordan si voltò di scatto, ma poi vide chi era e disse: «Dick Neher, tu rimani il bianco più fuori di testa che conosca». Affermazione significativa, se si pensa al suo rapporto con Krause.

Durante l’estate del 1988 Krause aveva messo Tex Winter e Phil Jackson ad allenare la versione estiva dei Bulls, quella che partecipava alla Summer League, e gli aveva chiesto di utilizzare l’attacco triangolo di Winter. La prima squadra non aveva mai usato il triangolo con Doug Collins, ma il dg voleva che Winter lo insegnasse a Jackson. Nella formazione estiva figuravano solo alcuni dei giocatori sotto contratto con la franchigia, che cercava in quel modo di valutare i free agent e le matricole intenzionate a finire a Chicago.

Doug Collins era al corrente che i Bulls stessero sperimentando l’attacco di Winter, e anche che Jackson era coinvolto nel progetto. Ma non aveva capito che Krause era pronto a sostenere qualsiasi allenatore che avesse dato retta a Winter. «Doug era molto caparbio e sicuro di sé, come ti aspetti da un tipo così» spiega Jim Stack. «Da giocatore era stato una prima scelta, e aveva avuto una carriera di tutto rispetto nella Nba, perciò voleva fare sempre di testa sua. Anzi, a quell’età, giovane com’era, sembrava quasi che ci tenesse ad andare “contro” certe idee».

Inoltre, tutti vedevano che i Bulls stavano migliorando e che altre elettrizzanti novità si profilavano all’orizzonte. Gli abbonamenti, per esempio, avevano fatto registrare il tutto esaurito nell’autunno del 1988. Chi voleva montare sul carro di Jordan doveva mettersi in lista d’attesa. Le casse della società traboccavano, ed erano passati solo quattro anni da quello che si pensava fosse il capolinea per i Chicago Bulls. Jerry Reinsdorf, a settembre, ricompensò la sua stella rinnovandogli il contratto, e offrendogli secondo le voci ben 25 milioni di dollari per otto stagioni. Ma anche questo nuovo accordo sarebbe stato superato a tempo di record.

Tutti marciavano compatti verso una cascata di banconote. In quella stagione, i Bulls guidarono la classifica Nba relativa alle vendite di materiali e gadget ufficiali. E avrebbero continuato a farlo anche in futuro. «Solo per mettere le cose nella giusta prospettiva,» ricorda lo storico vicepresidente dei Bulls Steve Schanwald «circa il quaranta percento di tutto il merchandising ufficiale venduto dalla Nba era legato ai Bulls». Peccato che con tutti quei soldi non si potesse comprare un po’ di affetto per Krause, o almeno un attimo di tregua per la sconfinata frustrazione di Jordan.

IL CONFLITTO

Come Michael aveva previsto, l’inizio della sua quarta stagione Nba gli procurò diversi grattacapi.



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